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martedì 2 aprile 2013

Sono una casalinga felice

A trentasette anni sono in attesa del mio secondo figlio, ne ho uno di cinque, sono una casalinga e sono felice!
Ecco, ora le donne socialmente evolute mi odieranno, ma io che ci posso fare, non sta scritto da nessuna parte che non si può essere sinceramente felici e soddisfatte così.
Sarà che in questa condizione non posso davvero fare altrimenti (quindi ottimizzo, stare a lamentarsi quando non c'è soluzione immediata non serve a niente), sarà che non mi sono goduta un solo giorno della mia prima gravidanza, sarà che a casa ad occuparmi delle faccende domestiche -mestieri, tende, cambi lenzuola, specchi, bagni, stiro, sistemare armadi e dispensa- non ci sono mai stata (anche perchè se l'avessi fatto, avrei dovuto farlo la sera dopo il lavoro e.. scusate: ma chi me lo faceva fare??) "sarà quel che sarà" come cantava Tiziana Rivale nel 1983..
.. ma io in questi panni non mi ci trovo stretta.
Anzi, mi da anche una certa soddisfazione avere in mano le redini domestiche, faccio cose che prima mi facevano venire il mal di testa solo a pensarci. I gestori telefonici, o quelli del gas e della corrente elettrica: prima mi bastava sapere che avevamo un 'allaccio' con qualcuno, il resto era superfluo. Adesso verifico, confronto, navigo e mi informo su chi fa cosa, chi propone cosa, chi offre come.
Ci vuole qualcuno che lo faccia in famiglia, no?
Stesso discorso per le assicurazioni auto. Sempre pensato che l'assicurazione fosse una specie di corpo celeste che bisogna mantenere con il proprio assicuratore dalla notte dei tempi.
Niente affatto: mi informo e risparmio.
Certo, c'è casalinga e casalinga.
Ci sono quelle disperate che nelle loro vite sono prese a gestire chissà quali cose, sono più impegnate delle manager, non hanno un istante libero.
A giorni anche per me va così (senza troppi colpi di scena, in realtà). Diciamo che dall'inizio non ho ancora passato una giornata ad annoiarmi. Ho la prova: prima ogni due sabati riportavo un libro finito in biblioteca, per prenderne un altro. Adesso sono passate due settimane e sono a pagina 18 del nuovo libro.
Altra prova: il famoso 'caffè al bar con le amiche' lo prendevo ogni giorno fuori dalla scuola, di corsa e prima di scappare in ufficio. Adesso una volta che ho portato Ricky alla materna rientro subito a casa. Mio marito non fa in tempo ad uscire di casa che ho già scoperto il letto, aperto tutte le finestre e impugnato il mio attrezzo quotidiano: l'aspirapolvere.
Poi passo al lavaggio dei pavimenti. Ogni giorno? No dai, non ogni giorno. L'aspirapolvere si però. Tassativo, troppa polvere, acari, germi.
Poi affronto la cucina: tazze e piatti rimasti nel lavello, fornelli, pavimento.
Attività che faccio mentre va la lavatrice, che ho caricato la sera prima o appena sveglia, ritiro il bucato steso se è asciutto, se c'è abbastanza da stirare lo faccio, se è poco (il ferro consuma, inutile accenderlo per una camicia) divido cataste di roba: tutte le camicie di qua, tutte le cose 'dritte' di la.
Seguono la lista della spesa, se devo farla, oppure l'inventario di quello che c'è o non c'è (seguite il mio  ragionamento: se sono a casa come minimo a mio marito preparo una cena con i fiocchi, sennò che sto a casa a fare?) mi piace cucinare e inventare piatti cucinandoli nel modo più sano possibile, senza schifezze, quindi anche quella è un'attività che mi appassiona e mi gratifica.
Il mio lavoro non è sparito dalla mia quotidianeità, ci sono dei sospesi che ovviamente so di dover seguire e portare a termine, non sono una che molla le cose a metà e detesto trascinare inutilmente le situazioni: si devono chiudere, in un modo o nell'altro.
Comunque tornando a noi, ecco la casalinga che adoro e a cui mi ispiro, lei, l'unica, la più dolce, simpatica, empatica, autentica.. Marion Ross!

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