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mercoledì 8 maggio 2013

Ma quanto mangiamo?

E' capitato che a cena, per evitare di mangiare la pasta di sera, io preferisca una zuppa, come ad esempio una vellutata di funghi champignon, e che la consumi come primo piatto.
Un paio di mestoli, non di più.
Dopo l'ultimo cucchiaio mi sento subito sazia, tanto che faccio fatica a finire il secondo, seppur composto da semplici verdure grigliate.
Lo stato fisico del cibo che mangiamo influisce sulla nostra sensazione di fame.
Un test ha dimostrato che, nutrendosi con cibi solidi e bevendo un bicchiere di acqua a parte, la sensazione di fame compare prima.
Se lo stesso cibo (quindi stesse calorie e stesse quantità) viene frullato insieme all'acqua, la sensazione di sazietà sarà molto più duratura.
Quindi: il cibo solido sazia di meno di quello liquido.
Ecco perchè: l'acqua arriva nello stomaco ma va subito oltre, mentre il cibo solido rimane nello stomaco, riempiendolo meno perchè perde subito l'acqua.
Il cibo frullato, proprio perchè contiene acqua, rimane più a lungo nello stomaco, riempiendolo completamente.
Questo dimostra anche che non è vero che bere un bicchiere d'acqua prima dei pasti fa sentire sazi: con una risonanza magnetica si è scoperto che ci sono sì dei segnali che danno allo stomaco la sensazione di pienezza, ma non essendoci nutrienti nell'acqua, la sensazione di pienezza svanisce subito lasciando spazio al vuoto. Che è deleterio perchè ci fa ingurgitare ciò che ci viene servito subito dopo con grande avidità e velocità.
Lo stomaco è un setaccio, filtra l'acqua e trattiene il cibo. Ma se il cibo e l'acqua si mischiano insieme, trattiene tutto per più tempo, ritardando l'arrivo della fame.
Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che l'impatto visivo influisce sulla quantità di cibo che ingeriamo.
Se ci viene offerta una porzione media di cibo (ad esempio un regolare bicchiere di pop-corn al cinema) ce la facciamo bastare, se ce ne danno una maxi (un cesto di pop-corn), la finiamo.
Questo perchè ci sentiamo quasi autorizzati dalle proporzioni e la 'scomparsa' delle tracce di ciò che abbiamo consumato ne rimuove la memoria.
Invece, se lasciamo tracce di ciò che mangiamo, (ad esempio le ossa delle cosce di pollo sul tavolo) ci autolimitiamo. Al contario, se le ossa vengono portate via sistematicamente dal tavolo, mediamente ne mangeremo fino al 25% in più.
Un buon consiglio è quello di tenere un diario alimentare. Rendersi conto di quanto e cosa si consuma impone una naturale auto-limitazione. Ecco perchè non si dovrebbe mai mangiare fuori dai pasti, perchè il nostro cervello se ne dimentica.
Altra curiosità: una dieta ricca di calcio, porta il nostro corpo ad espellere quasi il doppio dei grassi espulsi in una dieta più povera di latticini.
Un esperimento danese (che è difficile da spiegare senza provare disgusto in quanto, nell'arco del tempo di una dieta modificata, ha raccolto feci umane di due soggetti, isolandone i grassi contenuti: chi assumeva regolarmente latticini ha espulso quasi il doppio di grasso in un anno) conferma che il calcio aiuta ad espellere i grassi ingeriti. Quindi vanno assunti più prodotti ricchi di calcio: latte, formaggio, yogurt. Ma attenzione, vanno scelti solo i prodotti caseari poveri di grassi, altrimenti si compromettono i risultati.



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