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mercoledì 5 giugno 2013

Ora che ci penso..



..quando è uscito l'iPad sembrava che non si potesse vivere senza. Come dell'aperitivo nel locale cool, o dell'ultimo modello di scarpa con la suola di gomma alta (che al di la del mio rifiuto del seguire le mode, trovo di una bruttezza aberrante).
Io non l'ho mica comprato l'iPad.
"Certo", mi si può dire, "nemmeno un modello di iPhone che rimpiazzi il primo che è uscito, cinque anni fa eri avanti". Cinque anni fa me lo ha regalato mio padre, sennò avevo ancora il Motorola di Hello Kitty.
Io controbatto dicendo che funziona benissimo, la batteria che mi ha sostituito mio marito dura almeno 48 ore. Come? Non posso scaricare le app più recenti?
Santo cielo, che tragedia!
Il punto è che non mi piace essere (troppo) dipendente dall'opinione altrui, dagli stereotipi altrui, somigliare troppo agli altri.
Ovvio che un minimo ne vengo influenzata, ma a me che mi si metta su l'etichetta come il bollino "Colmar" sui piumini dell'inverno appena passato..proprio non va.
Credetemi quando dico che si fa molta più fatica a cercare di abbinare cose vecchie a cose anonime o a pezzi firmati ma passati come faccio io, che non ad entrare nel negozio in centro e comprare quello che si è visto addosso ad (almeno) quindici persone nel tragitto tra il posteggio e il negozio (che poi io il posteggio mica lo faccio sempre, cerco di andare a piedi il più possibile: risparmio e mi tengo in forma).
Per non parlare dei grandi store (Zara, Promod, H&M, etc.) che propongono total look che la maggior parte delle persone sembra togliere dal manichino e mettersi addosso: almeno un filo di astuzia, mischiare!
Insomma, con la crisi vengono al pettine tutti i nodi. Ma proprio tutti. Chi soffre perché è ancora legato a certe cose e deve (come tutti ormai, la crisi è democratica) fare economia, soffre sul serio. Si frustra, poveretto.
Diventa difficile essere performante, mantenere lo status-symbol con quei dieci cristiani che gli gravitano attorno durante l'aperitivo, e che non cambiano mai..
Io me ne frego, facevo la spesa al discount prima, la faccio anche ora. Mi dilettavo a trovare pezzi unici e a bassissimo prezzo tra mercatini e offerte speciali (basta avere gusto, la moda è roba per chi non ne ha) e lo faccio anche ora.
Ho risparmiato? Messo via più soldi?
Macché, li ho spesi comunque (magari peró in altri piccoli piaceri o cose utili che mi hanno semplificato la vita, a me come alla mia famiglia).
Peró la mia faccia non mente, vivo serenamente le restrizioni se vanno fatte, sorrido alla vita e se c'è un ostacolo so che ho la 'squadra' giusta per superarlo, idem se si deve rinunciare a qualcosa.
Hai detto niente.
E tutto questo, udite udite, senza iPad, con un vecchio iPhone che ora ha pure il vetro rotto (incidente domestico con lo spray anti formiche: dopo cinque anni è ancor più 'sopravvissuto').
Qualche giorno fa ho chiesto a una persona, dopo un po' di tempo che non la sentivo "tu, come stai?".
Risposta "bene, il lavoro si è ripreso".
No comment.
Per me, tanto bene non sta.

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