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martedì 2 luglio 2013

Così deliberatamente, no!

Ammetto che qualche volta faccio degli 'affari' di cui non vado fiera. Ma farmi prendere per i fondelli così..no!
Mercato di Misano Adriatico. Mentre risaliamo la lunga fila di bancarelle, parzialmente sotto il sole delle 10.00, Ricky si ferma davanti ad una bancarella, gli ambulanti sono un paio di cingalesi. Il mio piccolo ometto sceglie in un annodato mucchietto di bracciali in pizzo macramè, una fila di teschietti verdi. Prezzo: un euro (valore commerciale? Forse dieci centesimi, sono prodotti in serie e probabilmente con gli sfridi di produzione di altre cose: tovaglie, lenzuola, foulard, etc.).
Mentre recupero la seconda moneta da cinquanta centesimi mi viene preparata la ricevuta, con timbro, partita iva, data odierna e importo.
'Si vede che fanno dei controlli severi' penso, e mi dirigo a comprare le albicocche e l'insalata: riccia e rucola.
Più tardi apprendo da un'amica che il braccialetto in pizzo macramè è un simil-Cruciani.
Ok, mai stata particolarmente attenta alle firme o alle mode del momento. L'ho già detto molte volte.
Poi vengo a sapere che i modelli 'base' e cioè quelli come il braccialetto appena acquistato per mio figlio, partono da quindici euro.
Che il negozio di Milano ha costantemente una coda pazzesca, che la gente si fa senza batter ciglio.
C'e qualcosa che non va.
Il nostro Paese sta andando a scatafascio e contemporaneamente si è disposti a spendere quindici euro per uno sfrido di produzione?
Perché stento a credere che Cruciani abbia una squadra di nonnine che confezionano il pizzo macramè a mano..
È una truffa. Gli ambulanti cingalesi del mercato ci sono -dimostrando onestà- arrivati, perché quelli che stanno in fila fuori da Cruciani no?
Siamo un branco di caproni (mi ci metto dentro perché ripeto, a volte magari certi miei affari sono discutibili..ma MAI pagherei quindici euro due grammi di filato) e non ci sono scuse che tengano.
Siamo noi che permettiamo tutto questo, è grazie a noi che il Cruciani di turno (non me ne voglia male, ma è troppo) si fa bello nel dichiarare che in momenti di crisi il gruppo va in controtendenza e aumenta il fatturato.
Il Made in Italy. Siamo proprio sicuri?
Ma quando ne avremo abbastanza? Cosa vogliamo migliorare, cosa vogliamo insegnare ai nostri figli se accettiamo di spendere quindici euro per una cosa che ne vale un millesimo?

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