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domenica 27 ottobre 2013

La domenica dai nonni

L'appuntamento è sempre a pranzo. Il momento è caotico, baci per salutarci, gente che spizzica distrattamente patatine sul tavolo, affetta il salamino sull'assetta di legno in cucina mentre si sta ancora togliendo la giacca. Un paio di nipoti che sembrano una squadra mi 'attaccano' dal basso tendendo le mani e baciandomi mi dicono "ciao zia".
Ricky se la cava da solo, Giamma.. dov'è Giamma?
Ah si, sul divano. Fa caldo peró, non lo spoglia nessuno?
La pasta col sugo e le polpette (o gli involtini, o la pasta al forno) arriva e il tavolo sembra sommerso di tentacoli che si passano piatti, bottiglie di acqua, il grana grattugiato.
Cala il silenzio, fino a che i piatti sono vuoti. Quelli dei bimbi hanno sempre qualche avanzo: un pezzo di polpetta, lo spicchio d'aglio trovato nel sugo, la buccia del pomodoro rimasto nella passata.
Il secondo passa inosservato, dopo il primo sappiamo che il piatto forte è il dolce. Questa volta la torta l'hanno fatta le mie nipoti con la nonna, è al profumo di agrumi. Soffice e buonissima.
Poi lo sport in tv e a seguire un vecchio film, di solito un drammone sentimentale con attori ventenni tipo De Niro e Jane Fonda.
L'abbiocco scatta subito. Una garanzia.
Ricky trova una vecchia scatola di latta dove la nonna conserva piccoli giochi che ogni volta lo sorprendono: soldatini, puffi, alberelli in plastica, mattoncini, sorpresine trovate negli anni. Altro che consolle e tablet. Inventa storie creando bellissime città con personaggi sempre diversi, piste fatte con i pezzi del domino (lo stesso con cui giocavamo io e mio fratello da bambini).
È proprio vero che quando si hanno poche cose semplici il cervello risolve la noia sviluppando il pensiero creativo.
E lui va avanti per ore..

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